Domenica 17 giugno 2018, alle ore 11, presso il Museo Archeologico Provinciale di Salerno, lettura e analisi critica di Rino Mele del canto XX del “Purgatorio” di Dante, per la Fondazione di Poesia e Storia Exmachina. Il canto XX riguarda il quinto girone e la pena che vi si rappresenta: gli avari e prodighi, che giacciono riversi sulla nuda terra nella disperazione di un ininterrotto pianto. Protagonista è il capostipite dei re francesi Ugo Capeto che pronunzia una sdegnosa requisitoria nei riguardi della sua stirpe. Inizia la sua triste accusa contro Carlo I d’Angiò e la sua vergogna: la crudeltà usata verso Corradino, nipote del re Manfredi (1268). Ma un altro Carlo, tra i suoi discendenti s’è coperto di malizia, è Carlo di Valois, la cui opera di falso paciere fu rovinosa per Firenze. Infine, il figlio di Carlo I d’Angiò, Carlo lo Zoppo caduto nel ludibrio più profondo (“veggio vender sua figlia e patteggiarne / come fanno i corsar de l’altre schiave”). Questo canto XX è di estrema suggestione, lega insieme la storia (la sua tormentosa esperienza) e la più alta poesia.
