Home Page » Archivi » Per le Strade della Vita » Cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio
Cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio

Il 17 luglio 1920 nasceva l’ingegnere inventore delle cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio, Nils Bohlin.
La vita è una continua sorpresa.
E Bohlin aveva iniziato il suo percorso professionale nell’industria aeronautica disegnando seggiolini eiettabili per i piloti degli aerei da caccia.
Inaspettatamente, il suo interesse si spostò sull’obiettivo opposto, ovvero quello di trattenere un corpo sul sedile.
A quel tempo, le cinture erano incrociate sul corpo, con la fibbia di sgancio posizionata sopra l’addome.
In questo modo, permettevano al corpo di muoversi e potevano provocare danni agli organi interni.
Bohlin si rese conto - come lui stesso racconta - “… che sia la parte superiore, sia quella inferiore del corpo dovevano essere tenute in posizione in maniera sicura, con una fascia collocata in diagonale sul torace e una in corrispondenza del bacino. La cintura di sicurezza necessitava, inoltre, di un punto di ancoraggio fisso per la fibbia collocato il più in basso possibile, a lato della coscia dell’occupante, in modo da poterne trattenere correttamente il corpo in caso di collisione. Si trattava solo di trovare una soluzione che fosse semplice, efficace e non troppo costosa al tempo stesso…“.
Si mise all’opera.
Nel 1959, la cintura di sicurezza a tre punti venne brevettata e introdotta nei mercati scandinavi sui modelli Volvo P120 e PV 544.

CINTURE

In seguito, fu rapidamente adottata da tutti i produttori di auto.
Fino ad oggi, questo sistema ha garantito la salvezza di più di un milione di vite umane.
L'Italia ci arrivò un po' in ritardo, nel 1988, ben trent’anni dopo l’invenzione in Svezia.
Eppure, c’è chi ancora non usa la cintura di sicurezza, pur essendo obbligatoria secondo l’art. 172 del Codice della Strada.

CARABINIERI

Condividi