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Eventi del giorno
Mostra: "In vitro"
Luogo: Auditorium di Villa Guariglia
Evento dal 20-02-2018
al 28-02-2018
invito in vitro

La mostra, dedicata all’artista Lucio Liguori, è organizzata da @Ifabeti-contemporanei con il patrocinio della Provincia di Salerno, e si svolgerà presso l’Auditorium di Villa Guariglia dal 24 febbraio al 25 marzo 2018. Sarà visitabile nei giorni e negli orari di apertura al pubblico del Museo della Ceramica di Villa Guariglia, ovvero dal martedì alla domenica, dalle ore 9.00 alle ore 15.00.

L'inaugurazione della mostra avrà luogo in data 24 febbraio 2018 alle ore 11.30.
Interverranno Giuseppe Canfora, Presidente della Provincia di Salerno, Ciro Castaldo, Dirigente del Settore Musei, Biblioteche e Pinacoteche, Alfonso Andria, Presidente Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, con il contributo critico di Pietro Amos e Raffaele D’Andria.

Da qualche anno l’attività ceramica di Lucio Liguori si svolge su variegati momenti di sperimentazione. Sono momenti di un fare necessario, proprio di una ‘gestualità’ sapiente quanto antica. A volte riecheggiano forme primarie (un vaso-hydrìa, un recipiente-lèkythos, un cratere a volute); a volte, motivi decorativi di uno stesso paesaggio: quello della tradizione del luogo e dei modi in cui è stata tradotta nel tempo; a volte distorsioni geometriche, allusive alle metamorfosi grafiche di Maurits Cornelis Escher.
Il raccordo tra queste ultime e il paesaggio è compiuto da Liguori attraverso grandi piatti e vasi di varia tipologia, con una composizione che si genera o dalla linea di una tesa o da una linea a svolgimento elicoidale ed espansivo. In entrambi i casi, esse si aprono ad architetture che scalettano architetture, ad incastri che rivelano incastri, in un dialogo serrato di segni fatti persone, animali, cose.
Di particolare efficacia è il segno della ‘alice’, assunta da Liguori a simbolo di atmosfere povere, tradotta in un modellato realistico quanto magico, isolata nella circolarità astraente di un piatto, trascritta sulla pancia di un vaso con trasparenze acquatiche.
Nella ceramica di Liguori è però prevalente il rapporto con la materia, che ha in sé quello con il fuoco, vissuto con il senso rituale dell’attesa, nella imprevedibilità del risultato, dell’effetto ultimo. Un momento interessante è certamente nella pratica del ‘raku’, che rende incandescente l’oggetto e lo riduce nelle dimensioni. Applicata a vasi di tipologia insolita, dotati di colli ampi e di solide anse, decorati con fasce spezzate, il ‘raku’ li opacizza nei colori, ma li rende vibranti nello smalto, evocando arcaiche impressioni, emergenti da un problematico inconscio figurativo.
L’ultimo momento di sperimentazione è, però, la porcellana, che è quella di tipo tenero, rappresentata, per un verso, dal tentativo di sottilizzare e alleggerire la materia; per un altro, di renderla reattiva alle composizioni tradizionali. Non superando il secondo fuoco, infatti, i paesaggi, e con essi le architetture, i personaggi, le cose, soprattutto se isolati in un’essenzialità di segni, si accorpano al supporto che li contiene e si vetrificano con esso. Il risultato è duplice: uno smarginamento della linea e una vibrazione del colore, con effetti tali da dare alla scena un riverbero che nasce dall’interno dell’oggetto, fatto materia di trasparenza estrema, superamento di residue rigidità, di stanche abitudini.

Pietro Amos

Raffaele D’Andria


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