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Eventi del giorno
"Poesì". Incontri culturali dedicati alla lettura critica della "Commedia di Dante". Domenica 2 settembre alle ore 11.00
Luogo: Museo Archeologico Provinciale di Salerno
Evento dal 30-08-2018
al 02-09-2018
Canto XXXI Purgatorio

Battesimo di Dante nel Paradiso Terrestre

Domenica 2 settembre, al Museo Archeologico Provinciale di Salerno, la lettura della Commedia di Dante - nell’analisi di Rino Mele - raggiunge il punto più alto del dialogo con Beatrice iniziato nel canto precedente: Beatrice lo aveva rimproverato con indicibile asprezza, con sdegno, tanto da rivolgersi a lui indirettamente, parlando con gli angeli che l'hanno accompagnata nella sua stupefacente apparizione ("in una nuvola di fiori"). Ora, nel canto XXXI del Purgatorio, la donna amata lo affronta senza intermediari, aspra già dalla prima parola del primo verso ("O tu che se' di là dal fiume sacro"). Dante, turbato e gravato da forti sensi di colpa non riesce a parlare, legato da "confusione e paura insieme miste" tanto che l'unica risposta che riesce a formulare è piangere, "fuori sgorgando lagrime e sospiri", risposta che mostra l'asimmetria del rapporto con la divina Beatrice. Ma lei incalzando gli dice di non nascondersi dietro il pianto, vuol sapere perché dopo la sua morte lui ha iniziato un processo di progressivo traviamento. La visione è intensa. Beatrice gli è apparsa sulla parte sinistra del carro tirato dal grifone che, per la sua doppia natura (aquila e leone) rappresenta Cristo. Beatrice non guarda più verso Dante ma verso il grifone stesso. E qui si svolge uno straordinario momento di estrema purificazione: Matelda, che abbiamo incontrato nel canto XXVIII e che, nell'Eden, ha una funzione ancillare rispetto a Beatrice, passa all'altra riva, prende Dante e lo trascina nel fiume sacro della dimenticanza, il Letè: "La bella donna ne le braccia aprissi, / abbracciommi la testa e mi sommerse / ove convenne ch'io l'acqua inghiottissi": una prima cerimonia di purificazione che lo prepara all'indicibile purezza del Paradiso. Seguendo la lettura di Rino Mele al Museo, abbiamo visto (nel canto XXIX) che intorno alle due ruote del carro danzano quattro donne - le virtù cardinali - e poi altre tre, le virtù teologali, ed è tra le prime di esse che Matelda conduce Dante, uscito dalle onde del fiume, perché lo coprano mentre le loro voci gl'intessono intorno un'armoniosa difesa: "Noi siam qui ninfe e nel ciel siamo stelle". Complementare alla lettura di Rino Mele, da registrare per domenica, 2 settembre, l'interessante intervento di Alfonso Conte, professore di Storia Contemporanea, sulla drammatica situazione della Chiesa mentre Dante scriveva queste pagine del Purgatorio.


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