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Eventi del giorno
"Poesì". Incontri culturali dedicati alla lettura critica della "Commedia di Dante". Domenica 18 novembre, ore 11.00
Luogo: Museo Archeologico Provinciale di Salerno
Evento dal 16-11-2018
al 18-11-2018
Canto IX Paradiso

L’amorosa Cunizza del Paradiso di Dante al Museo Archeologico


Domenica 18, Rino Mele al Museo Archeologico Provinciale di via San Benedetto, come sempre alle 11, parlerà del nono canto del "Paradiso" che forma, con quello che lo precede, un'unità inscindibile: siamo nel terzo cielo, quello di Venere, dedicato agli spiriti amanti e v'incontriamo tre indimenticabili personaggi, Cunizza da Romano, Folchetto da Marsiglia e la coraggiosa israelita Raab. Cunizza (“un altro di quelli splendori / ver’ me si fece”) è un personaggio drammatico dalla dolce ansia amorosa, costretta ad avere accanto nella sua giovinezza la violenza distruttrice del fratello Ezzelino III (“una facella / che fece a la contrada un grande assalto”) ma la sua ansia d’amore trasformò la sua indicibile vita: sposata a Rizzardo, il signore di Verona, Cunizza fu rapita, consenziente, da un poeta (un trovatore italiano, che abbiamo incontrato nei canti VI e VII del “Purgatorio”, Sordello) e riportata a Treviso presso i fratelli. Poi, anche dalla sua casa fuggì, con un cavaliere della sua città, un certo Enrico da Bovio. Ma quando ritorna a Treviso, il suo cavaliere, Enrico, viene ucciso. Altre due volte si vestirà da sposa. Infine, un pentimento senza fine lavò e purificò la sua vita ardente, tanto che nel Medio Evo fu paragonata alla Maddalena. Dopo Cunizza, un altro spirito si avvicina, raggiando la una luce simile a quella di un prezioso rubino (assecondando la lingua araba, Dante lo chiama “balasso”): “ Mi si fece in vista / qual fin balasso che lo sol percuota”. In quella luce è fasciata l’anima di Folchetto da Marsiglia, poeta provenzale. Nel 1892, Pirandello tradurrà una canzone di Folchetto: “Pensate o Donna, il mio cor vi contiene, / se mal gli avviene, / dentro vi state, e soffrir vi conviene. / Fate però ciò ch’util vi si mostra, /guardate il cor come la casa vostra”. 


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