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Eventi del giorno
"Poesì". Incontri culturali dedicati alla lettura critica della "Commedia di Dante"
Luogo: Museo Archeologico Provinciale di Salerno
Evento dal 08-03-2019
al 10-03-2019
Dante Canto XXV

Quando in Paradiso Dante incontra la Speranza
La riflessione domenicale, alle 11, su Dante, al Museo Archeologico Provinciale di Salerno, inizia questa volta con un’interessante relazione di Antonio Di Nola, professore di Logica Matematica. Il canto XXV del Paradiso inizia con lo stupore che lega San Pietro - ha appena terminato d’interrogare Dante sulla fede - e San Giacomo che dovrà farlo su un tema altrettanto impegnativo che è la speranza (Antonio Di Nola ha appena pubblicato, con le edizioni Oèdipus, un suggestivo e intenso libro di versi, “L’arte della fede”). Il canto XXV che domenica 10 marzo Rino Mele legge criticamente, per la Fondazione di Poesia e Storia, è uno di quei canti sublimi del cielo delle stelle fisse, spazio di confine tra i primi sette cieli, legati ai pianeti, e l'ineffabile Empireo. Dante ha appena affrontato l'esame sulla Fede ("Fede è sustanza di cose sperate"), ed ora si trova davanti ad un altro eroe della santità, "il barone / per cui laggiù si visita Galizia", ed è San Giacomo, che lo interrogherà sulla seconda delle virtù teologali, la speranza. Sarà un dialogo dolce e penetrante, come una sfida a salire un'erta scala. La risposta di Dante scandisce la sua profonda conoscenza dei testi sacri, cita il poeta David, "cantor del sommo duce", il profeta Isaia, l'Epistola dello stesso Giacomo e Giovanni autore dell'Apocalisse. Il dialogo tra Dante e san Giacomo è seguito con sospesa attenzione dalle anime che intorno danzano ("a che rispuoser tutte le carole") mentre dall'alto una voce riprende un verso del Salmo nono di David, che Dante ha già citato: "E prima, appresso al fin d'este parole / 'Sperent in te' di sopr'a noi s'udì". Il canto XXV termina con l'apparizione del terzo esaminatore perché verifichi quanto matura sia la coscienza di Dante per affrontare la luce dell'Empireo: ed è San Giovanni: "Questi è colui che giacque sopra 'l petto / del nostro pellicano". Il pellicano è Gesù. Nel Medioevo si pensava che il pellicano riuscisse a resuscitare i suoi figli, quando morivano, donando loro il proprio sangue.


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