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Eventi del giorno
Mostra - Bring me Back
Luogo: Museo Archeologico Provinciale di Salerno
Evento dal 12-04-2019
al 14-04-2019
Mostra Bring Me Back

Mrdjan Bajic
Bring me Back

a cura di Antonello Tolve

Inaugurazione Domenica 14 aprile 2019

Museo Archeologico Provinciale: ore 11.00 Via San Benedetto,28

Galleria Paola Verrengia:ore 12.00
via Fieravecchia, 34

La Galleria Paola Verrengia, in collaborazione con la Provincia di Salerno, presenta domenica 14 aprile 2019 la doppia esposizione personale dell'artista serbo Mrdjan Bajic (Belgrado, 1957) dal titolo "Bring me Back".
Inaugurazione alle ore 11.00 presso il Museo Archeologico Provinciale con i saluti istituzionali del Presidente della Provincia di Salerno, ing. Michele Strianese, del Consigliere Provinciale alla Cultura, Beni Culturali e Turismo, dott.ssa Paky Memoli e del Dirigente del Settore Musei, Biblioteche e Pinacoteche, dott. Ciro Castaldo.
Il curatore della mostra Prof. Antonello Tolve introdurrà l'esposizione.
A seguire, presso la Galleria Paola Verrengia alle ore 12.00 si inaugurerà il secondo percorso espositivo.

La mostra Bring me Back, divisa in due luoghi, è stata pensata come un unico corpus espositivo e come una grande macchina del tempo che crea interferenze costruttive tra la consistenza del passato e il deterioramento implacabile del contemporaneo.
Per Mrdjan Bajic si tratta di un ritorno, infatti nel 2007, dopo aver esposto alla 52° Biennale di Venezia come rappresentante del Padiglione serbo, ha iniziato la collaborazione con la Galleria Paola Verrengia inaugurando a Salerno la mostra Backup Stories.
Con la mostra "Bring me Back" Bajic presenta un ciclo di nuovi lavori realizzati nell'arco degli ultimi anni (tra il 2011 e il 2018) dove inclinazioni surreali e a tratti metafisiche pongono al centro dell'attenzione tutto il potenziale di una opera d'arte totale. Negli spazi della Galleria 9 sculture di piccole e medie dimensioni e una serie di disegni danno vita ad un'atmosfera che «converte esteticamente i documenti in monumenti, in totalizzatori di conoscenza capaci di contenere al loro interno ogni minima traccia lasciata dagli uomini». "Automobili, pupazzi e bambolotti infantili, calchi, granate, lacci, globi e palloni, autobus o spiritose vanitas invadono la scena per tratteggiare un discorso plastico e polimaterico dove contesto e causalità si uniscono grazie a un - sempre abile e generoso - corto circuito che mostra il volto di una ironia spigolosa, effervescente." (A. Tolve)
L'utilizzo sistematico di didascalie - da intendere come parti integranti del discorso, come elementi indispensabili, come tracce indicative - rappresenta inoltre per l'artista un collante indispensabile a creare un rapporto tra coscienza e conoscenza, un risveglio fertile dove il reale diventa l'objet d'une fiction intesa come funzione utile a cogliere e decifrare la realtà. La classe operaia va in Paradiso (2012), I Like America and America Likes Me (2014), Tatlin (2016), Facciamo finta di niente (2017-2018) o Germania (2017-2018) sono titoli tra cui è possibile trovare alcune citazioni che richiamano alla memoria nomi dell'arte contemporanea come Joseph Beuys e Vladimir Evgrafovic Tatlin. Ad ispirare il titolo della mostra è l'opera "Bring me Back'', una testa di cavallo in alluminio "allacciata" a un double­ decker bus inglese. Il riferimento per Bajic è la testa del Cavallo di Selene, sottratta al Partenone nel XIX sec ., e che attualmente è custodita presso il British Museum di Londra. L'intento dell'artista è di immaginare "una situazione utopica postcoloniale" con la restituzione al Partenone della testa del cavallo trasportato dal tipico bus londinese.

In dialogo con le preziose collezioni del Museo Archeo logico e contemporaneamente con i suoi ambienti ridisegnati dall'architetto Ezio De Felice negli anni Sessanta, la seconda tappa della mostra è scandita dalla grande installazione Facciamo finta di niente (2018), da 1O piccole sculture e alcuni disegni: e si pone come un irrinunciabile momento in cui Bajic "mette insieme le parti di un ragionamento infinito sulla memor ia con progetti dove il ricorso a tecniche quali il collage e l 'assemblage si fa sempre più urgente, sempre più legato a una volontà di ricucire alcuni strappi storici e contestualmente di creare spostamenti oggettuali, disorientamenti che seducono, fino a spingere in una illusione che ammalia e distrugge l'illusione stessa". (A. Tolve)

                         

Mrdjan Bajic (Belgrado,1957) è un artista serbo il cui lavoro versatile, fatto di disegni,collage e sculture, sviluppa un concetto di de-costruzione e ricostruzione del tempo, attraverso il quale traccia una particolare mappa di frammenti del passato e della storia del suo paese. Distorcendo gli oggetti quotidiani per trascendere la loro forma e la percezione da parte dello spettatore. l'artista li arricchisce con simboli e allegorie che sono tanto connesse alla nostra storia universale quanto a quella di Mrdjan Bajic e della sua nativa Serbia alla quale l'artista è intimamente connesso. Nel 2008 ha collaborato con lo scultore britannico Richard Deacon, per realizzare The Kalemegdan Bridge Collaboration, progetto di ricostruzione del ponte distrutto dai bombardamenti americani. Il nuovo ponte, opera fortemente simbolica, collega Kalemegdan Fortress con il punto in cui confluiscono i fiumi Sava e Danubio, e quindi la zona est con la zona ovest di Belgrado. Le sue opere, che Bajic chiama "oggetti scultorei", fanno parte di una retorica e di un discorso politico e filosofico. Bajic combatte quindi contro sé stesso e il mondo attuale che produce in massa idoli, e in cui la proliferazione di immaginie forme va di pari passo con la globalizzazione. Tra le mostre personalie collettive si segnalano: Mrdjan Bajié, Galerie Rx,Parigi(2018), Architecture as Metaphor, Griffin Gallery, ondra (2017),Artistes a la une, Palais De Tokyo, Parigi (2015), Lo straniero, Eduardo Secci Contemporary, Firenze, Italia (2013),Arte Fiera Bologna,Galleria Paola Verrengia, Salerno (2012). Ha esposto in importanti musei internazionali tra i quali lo CZKD Yugo Muzej (Belgrado). l'Akademie der Kunste (Berlin). la Fundacio Miro (Barcelona). Nel 2007 è stato unico Rappresentante del Padiglione Serbo alla 52a Biennale di Venezia e alcuni dei suoi disegni fanno ora parte della collezione permanente del Museo della Calcografia Nazionale che ha sede a Roma.


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